Ravenna è una bella città. C'è il sole, abbastanza sole da spingere anche una signorina pigra come me ad affittare una bicicletta e pedalare verso mosaici e mare. Siete tutti e tre studenti? Sì, diciamo in coro. Avete meno di 25 anni? Sì, diciamo in coro. Avete un tesserino e un documento? No, diciamo in coro. Il famoso mosaico con le pecorelle è bellissimo ma non capiamo come spendere più di dieci minuti nella basilica. Ci dirigiamo verso le spiagge controvento, gli altri sono in macchina e arrivano molto prima di noi. "Il mare qui è un pacco, ci sono le ruspe". Torniamo indietro verso parchetti urbani. Curiosamente, siamo di nuovo controvento. La recita più va avanti più si riempie di imprevisti e novità. Persino i cantanti sembrano sempre più fuori di testa. Noi tecnici boicottiamo tutte le loro iniziative, come risultato siamo sempre i più allegri. Anche le prossime tappe sono distanze piuttosto lunghe, ma ne ho dovuta togliere una perchè mi hanno chiamato ai seggi senza che potessi rifiutarmi. Secondo me lo fanno apposta. Nel frattempo sono diventata vegetariana. Bel problema per una che non riesce neanche a cucinare una tortilla. La socia sostiene che sopravviverò a base di pizza, ma disapprova. Mi dicono che il gruppo sanguigno A+ è più portato al vegetarianesimo.
Pizza e pettegolezzi per prepararci al duello tra il signore delle terre di destra e il signore delle terre di sinistra. "Ma l'imbecille?", mi chiede, io rido. Il capo mi ha detto "io te l'avevo detto fin dall'inizio che era un coglione". Il riferimento è all'ex-pr ritornato dal Brasile, abbronzato e sfoggiante capelli piatti e fascetta al collo. "Sono venuto in moto", si giustifica. Quando sono fuori a fumare guardo tutte quelle parcheggiate e decido. "Ducati Monster, vero?" Così ora l'imbecille è un imbecille con una Ducati. Lui continua a chiedermi il numero e a non chiamare. O a fare simpatici apprezzamenti che più che spiazzarmi non fanno. Più ci parlo più dò ragione al capo, anzi, non mi sta nemmeno un po' simpatico. Uno così, dovrei avere la tendenza a odiarlo proprio. Suppongo che la cosa sia reciproca. Ma per qualche oscuro motivo io e l'imbecille con la moto sembriamo essere piuttosto attratti l'uno dall'altra. "La prossima volta che mi fa un commento, gli dirò senti, facciamoci sta scopata poi lasciami in pace, eh?" dico alla socia mentre addentiamo quella che più che una tortilla è un miscuglio informe di patate e uova strapazzate. Ci accasciamo sul divano davanti alla tv, Prodi sembra un vecchio catechista, Berlusconi sembra Sabina Guzzanti che lo imita, più il confronto va avanti più scivoliamo verso il pavimento.